venerdì 9 gennaio 2015

Blogoslawieni milosierni

Presentato nel giorno dell'Epifania l'oficjalny hymn della prossima GMG, Il titolo, “Beati i misericordiosi”, riprende il tema scelto da Papa Francesco: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5,7).
Jakub Blycharz, compositore di Cracovia, è l'autore della musica e del testo dell'inno. Ai microfoni di RadioAbbacchioeBicicletta ha dichiarato che, tra le 94 canzoni presentate al Comitato Organizzatore, "La gente deve venire" sarebbe stata quella più azzeccata.
"Non dico di esser dispiaciuto del fatto che abbiano scelto la mia...ma quella aveva un beat...l'intro col megafono mi fa venire voglia di tuffarmi nella Vistola urlando: "Notari culo!". e' un brano che mette in cammino."
Il primo che riuscirà a tradurre l'inno vincerà un voucer spendibile per un taglio di capelli a Bratislava.


lunedì 8 dicembre 2014

La talpa. ll Post che non ti aspetti

A volte ritornano. A volte no. Dopo quasi quattro anni di silenzio, ricordi e intossicazioni da ka(r)mut, ancora sale un brividino a leggere le cronache di quei giorni torridi. Eravamo veramente noi? noi che oggi per noia ci siamo laureati, abilitati, Leonardati, cooperativizzati, Almamaterizzati, Panizzati? proprio noi? Una cosa è certa: la pulce nell'orecchio è stata messa. In questo tempo di Avvento è lecito dar voce ai propri desideri ed "attendere". Perfino...


giovedì 25 agosto 2011

TAPPA 16 SIGUENZA -MADRID...THE LAST ONE!!

E venne il giorno.. Tappa 16 siguenza – Madrid, 160 km per coronare un sogno, un’avventura, una sfida, un viaggio che ha il sapore della leggenda.
La partenza è la migliore possibile: i nottambuli di siguenza sopravvissuti alla festa del paese ci incoraggiano con cori e brindisi di bevande non meglio identificate. Dopo l’ultima vera salita, tre tornanti che lasciano il segno e ci riportano alla mente le scalate fatte per arrivare fin lì, ci attendono una discesa da moto cross e una salitella fuori programma per un errore del navigatore Notari. Anche se è l’ultima tappa la besia sale durante i 6km di autopista che bastano a causare ben due forature (ministro e iguana) ear ricordarci che in bici nulla è scontato.Il pranzo arriva dopo 70 km sotto il sole, qui il meritato riposo è coronato dai festeggiamenti per il compleanno della Fagiana Portal. Difficilmente dimenticherà il parco di Alcalà de Henares e gli auguri tra sudore e pasta al tonno.
Si riparte che mancano 33(biblico!) km alla meta, l’arrivo è fissato alla centralissima stazione di Atocha. Gli ultimi km sono una vera passerella: i ciclopellegrini euforici avvolti nei tricolori attraversano una Madrid semideserta ( come secondo le previsioni apocalittiche delle guidatrici che preannunciavano folle oceaniche in pullman che avrebbero intasato la città) bruciando tutti i semafori possibili tra cori, canti e urla di gioia. Si arriva proprio davanti alla stazione e non osiamo immaginare i pensieri dei primi pellegrini in discesa dagli autobus: per venezuelani, brasiliani e peruviani la prima immagine della GMG sono 18 ragazzi italiani vestiti da ciclisti che si fanno gavettoni con le borracce,ridono, si abbracciano e brindano a succhini alla pesca e panini al salame.
Arrivata  anche l’ammiraglia si procede con il giro d’onore verso il Parco del Ritiro ciclisti e guidatori insieme.Segue la  foto di rito, cena ipercalorica al Burger King della stazione con annessa premiazione del trionfatore del giro l’Iguana Rossi e infine partenza (non in bici) verso l’Escorial dove ci attendono i reggiani.
L’accoglienza dei concittadini è epica: due ali di folla ci acclamano, facciamo foto, firmiamo autografi e dispensiamo baci. È un trionfo. Boschini prova a rovinare tutto insinuando che le docce siano chiuse, ma è tutta una  farsa.
Il giro è finito ora comincia la JMJ, ma sapremo affrontarla al meglio portando nel cuore la cosa grande che abbiamo compiuto. È stata una impresa sì,ma per noi che lo abbiamo fatto, che l’abbiamo vissuta è stata soprattutto un’esperienza che è cresciuta con noi che abbiamo costruito insieme km dopo km senza quasi rendercene conto “perché in fondo una salita è una cosa anche normale, assomiglia un po’ alla vita devi sempre un po’ lottare”.
Ci teniamo a ringraziare tante persone: prima di tutto chi ci ha seguito e sostenuto da lontano nel viaggio e quindi voi che state leggendo, chi ci ha dato una grossa mano a preparare tutto come Don Davide, Don Giordano e la pastorale di reggio,il san pelle, tutti quelli che ci hanno ospitato e accolto, i meccanici che ci hanno rimesso in sella, gli egiziani che hanno inventato i gongoli al Karmut, il Poltre,tutti i veri cattopunk, i radioascoltatori di Abbacchio e Bicicletta, chi ha commentato il nostro giro km per km: Auro Bulbarelli, Davide Cassani e Paolo Savoldelli, i Tir che ci hanno strombazzato con amore e tutti quelli che per un motivo o per l’altro avrebbero voluto esserci ma non sono riusciti; noi vi abbiamo pensato come voi, siamo sicuri, ogni tanto vi sarete chiesti:’ma dove saranno ora quei pazzi che vanno a Madird in bicicletta?’.
Grazie a tutti, è stato bellissimo.

TAPPA 15 USED - SIGUENZA

Dice un antico adagio spagnolo: dopo un Sierra c’è sempre un’altra Sierra. Se la Spagna è fatta a scale i ciclo pellegrini le salgono sempre. La tappa 15 si presenta come un semplice trasferimento di 130 km da used a siguenza, una bazzecola  confronto alla tappa precedente e a quello che ci attende per l’arrivo finale. Ma come sempre le previsioni si ribaltano con una semplicità disarmante. Da used la strada procede dolcemente in quota e in lontananza un ameno profilo di sterminati campi eolici allietano i nostri primi km. Nel gruppo una domanda silenziosa serpeggia tra i caschi: A che pro così tante pale eoliche se qui non tira un filo di vento??
La risposta arriva tremenda e assassina prima del previsto. Dopo circa 40 km si leva una brezza, la brezza diventa soffio, il soffio diventa folata, la folata diventa vento contrario costante. Un’esperienza degna dei peggiori incubi: le salite diventano pareti, in discesa si sta praticamente fermi e in piano sembra di aver attaccato la retro. I km non passano più e la tappa si trasforma in un esodo.
Ecco il resoconto delle vittime.
Primo fra tutti Torpedone Notari che alla prima brezza capisce l’andazzo della tappa e si autodistrugge la catena; piangendo lacrime di coccodrillo si rifugia in Volvo e nella ricerca di un meccanico trascorre la giornata in compagnia di Cicloboard Boschini tra ristoranti spagnoli, pennichelle sul fiume e una full immersion nel mondo del motomondiale e degli iperbolli (un problema più serio di quel che immaginate).
Emulo del fratello anche il tubolare ovale tenta di disarcionarsi ma invece della catena centra la camera d’aria e i meccanici di corsa lo rimettono in sesto; la conseguenza è che il gruppo viene ritardato di una mezz’ora buona con scene di quasi-isterismo.
Il vento non molla e i contakilometri scendono sotto lo zero, Mietitrebbia Cagnolati e il Ministro mostrano i primi segni di cedimento e vengono scortati dai compagni fino alla sosta. C’è chi giura anche di aver visto la leggera Fagiana spiccare davvero il volo presa da una folata improvvisa.
Dopo un pranzo alla randa del sole il vento cala e Notari prontamente torna in sella. Gli ultimi km sono una discesa vera fino a Siguenza e qui parte la ormai classica fuga. È una sfida a due tra Cagnolati e Zanichelli, ma la conclusione è tragica. A meno di 50 metri dal traguardo (!!) cagnolati è davanti lanciato con Zanichelli in scia pronto alla zampata quando un boato eccheggia nella valle. È la camera d’aria del principe delle salite che si sfalda disarcionando il corridore: è caduta. Il contatto con l’asfalto è micidiale, Zanichelli è ricoperto di escoriazioni e sanguinante in più punti, ma valorosamente si alza ed è lui stesso a dover tranquillizzare i compagni, in particolare il terrorizzato boschini. Qui si vedono i valori dello sport: la tappa viene annullata in memoria del caduto; l’unico contrario e Mototreno Gambetti che indifferenta all’accaduto aveva tagliato in solitario il traguardo. Zanichelli stava per essere incoronato da principe delle salite a re delle discese, ma la sorte gli è stata avversa: salterà l’ultima tappa, arrivo in ammiraglia per lui.
L’accoglienza di Siguenza è delle migliori: camere con bagno, letti a castello e festa del paese inclusa, una sorta di carnevale con tanto di parata. Ma alla sera si va a letto presto, ormai Madrid è a un passo!

martedì 23 agosto 2011

TAPPA 14 - VILLAFRANCA - USED


Se Alpi e Pirenei erano le tappe più attese, per fama e storia, quella di Used era la più ambita e agognata dal gruppo.
Il percorso disegnato dal convincente Notari porta verso le rovine di Belchite, attraversando scenari più adatti al sud-ovest americano che alla Spagna (ma chissà perchè poi non si pensa mai al contario). Dopo una seconda colazione il gruppo si divide: una parte più cazzara prosegue decisa verso la sosta successiva mentre i membri più colti ed elevati culturalmente (non si spiega la presenza di Tubolare Ovale Notari) si fermano per un break storico-artistico nel borgo diroccato di Belchite, epicentro di una battaglia vinta poi dai franchisti, nel corso della guerra civile spagnola. Il ritardo accumulato è ampio ma alla sosta per pranzo inevitabilmente il gruppo si ricompatta. Nel frattempo Power Metal Ancheschi aveva rotto l'ennesima bici, questa volta quella di Cagnolati, che per l'occasione era in sella alla Bianchi del Principe delle salite; riparazione effettuata a tempo di record. Giunge poi la notizia, confermata dagli occhi dei ciclisti: un gruppo di veronesi, dunque conigli, si dirige con pulmino superaccessoriato e ogni confort nella nostra amata Used! Ovviamente i figli illegittimi di Giulietta non sono partiti da Verona ma da una ignota località spagnola, e questo li rende decisamente out. M
a non c'è tempo per perdersi in apostrofi inutili, Used chiama e i ciclopellegrini rispondono: la salita per arrivare all'altipiano è di quelle che fanno tremare. Nel primo paese che si incontra è un ovazione che accoglie i ciclisti, tutto il paese (si fa per dire, saranno 5 case contando la periferia) applaude i corridori, forse stupiti da tanto coraggio nell'affrontare quella strada, che sembra arrivare alle porte dell'Inferno. Non Caron dimonio attende i prodi, ma nuvole nere che si ammassano in cima e rendono la scalata più agevole. Subito in testa Metronomo Maluta, La Poiana Cocconcelli in cerca di riscatto, Iguana Rossi e PowerMetal che prende subito margine. Dietro Torpendone Notari stacca Gallo Galeotti e l'Aquila di Bismatova Sapi, dietro di lui solo Tubolare Ovale. Pìù indietro Mototrebbia Cagnolati, Socraters Anceschi e tutti gli altri. Davanti si procede senza strappi tutti aspettano forse una mossa della Poiana che deve recuperare in classifica generale, ma lo scatto non arriva e si arriva in cima insieme , dopo aver ripreso e staccato Ancheschi. La discesa su una strada da emmentalh è un incubo, poi la strada migliora e in volata Tubolare Ovale anticipa Iguana Rossi e una Poiana ancora una volta deludente: il suo giro ormai è senza acuti, Rossi lo ha zittito in tutte le salite degne di nome e anche a Used non è riuscito a dettar legge.
all'arrivo altra sorpresa: in paese erano pronti per l'arrivo di un solo gruppo, quindi i veronesi, per la antica legge del chi prima arriva meglio alloggia si prendono i posti migliori. Ai reggiani toccano i posti di seconda classe ma si adattano a meraviglia, come ogni buon reggiano sa fare, in qualsiasi situazione.

TAPPA 13 - ALCARRAS - VILLAFRANCA DE EBRO

Questa tappa tratterà diffusamente di un soggetto che è parte centrale di un pellegrinaggio in bici: il ciclista. questa persona, socialmente emarginata, relegata ai confini della vita comunitaria, spesso ricettacolo di ogni genere di frustazione, si trova spesso da solo e inspegabilmente volotariamente ad affrontare prove più grandi di lui ma che egli spesso minimizza: "salita? ma se è più ripida quella del mio garage" Il ciclista che parte da Alcarras oggi deve affrontare fin da subito il suo nemico numero uno: l'autostrada! ma ogni cicloamatore sa di poter contare sull'aiuto di altri disgraziati come lui i quali, per una sorta di codice d'onore, soccorrono i malcapitati. E così dunque ecco i nostri percorrere strade impossibili accanto al nastro d'asfalto dell'autopista guidati da una pattuglia di indomiti percorritori ciclabili del Cammino di Santiago, giunti in aiuto agli eroi.  aAtra caratteristica del ciclista, forse una delle più rilevanti, è la sfiga, che infingarda e inaspettata colpisce nei momenti meno opportuni: mentre si vaga spersi tra uno svincolo e un cavalcavia ecco Maluta salutare il suo deragliatore e mestamente prendere la via del pulmino. La legge del gruppo è spietata, chi si ferma è perduto, noi si continua a pedalare. Dicevamo all'inizio di come l'uomo pedalante sia soprattutto masochista, dunque perchè il gruppo in questione dovrebbe fare eccezione? si imbocca l'autovia per salire sull'altopiano di Zaragoza, pendenza media 41%, temperatura percepita: quella del centro della terra. perchè la vicenda sia completa ora li aspettano 70km nel deserto. Ma il ciclista essendo fondamentalmente un pazzo ha una grande forza di volontà, tenacia da vendere e cuore grande. Anche la tappa di oggi è compiuta e come premio li attende una azzurra e freschissima piscina.

mercoledì 10 agosto 2011

TAPPA 12 - SOLSONA - ALCARRAS


Up patriots to arms!! si va verso il cuore della spagna, verso il caldo atomico, verso le salite che squagliano i copertoni, verso Madrid.
La mandria oggi si sveglia in tempo record (1h 45m, 45 solo per portare via il pattume) e si dirige alla volta di Alcarras (per i profani vicino a Lleida). Il gruppo alla partenza si accorge con orrore che i piatti e metà delle vettovaglie sono finite, scambiate per rifiuti, all'inceneritore cittadino; quindi dopo aver incolpato un po' tutti a caso decidiamo di comprarne di nuovi. La prima parte è tosta anche per i migliori come Mietitrebbia Cagnolati - attenzione segnatevi questo nome; si sale immersi in un paesaggio magnifico, che lascia alle spalle i Pirenei e proietta di fronte ai ciclisti gli sconfinati spazi spagnoli nella prima luce del mattino. Discesa adatta a chi piace andare in discesa, su uno stradone largo che attraversa paesi agricoli accompagnati dall'incofondibile odore spagnolo: sisso. Ma i pellegrini non arricciano il naso e proseguono diritti, senza mai una curva per i saliscendi aridi. La colazione nella splendida zona industriale di Ponts è un toccasana e il gruppo riparte verso Lleida. Tubolare Ovale buca il copertone a causa di un filo d'erba e suona quasi come una punizione divina per la sua arrogante pedalata. Il caldo è veramente caldo, e si fa sentire. Si arriva a Corbins per la sosta: il posto appare subito assurdo, tutto chiuso sotto la canicola e ovunque braccianti di colore che fanno la siesta in attesa del lavoro del pomerggio. Si trovano i pulmini già dati troppo presto per dispersi accampati in un parco in cui, circordati da lavoratori musulmani intenti a pregare rivolti alla Mecca, si pranza finalmente all'ombra. Alla fine manca poco, e passata Lleida si arriva ad Alcarras, ed è Cingolati che si aggiudica la tappa, dopo che il gruppo gli ha dato il via libera per lo scatto solitario; anche lui scriverà il suo nome nel libro dei vincitori. L'accoglienza è speldida  grazie ai volontari di Alcarras che si prendono cura di noi e soprattutto scopriamo essere fan, attraverso il blog, del Ministro. Tale passione ci risulta misteriosa ma la registriamo da seri cronisti. Sono le 10 di sera e dobbiamo ancora cenare, siamo già passati agli orari spagnoli, tam bien! ola a todos vaqueros.